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terme di caracalla

Le Terme di Caracalla e i suoi sotterranei

17 Febbraio 2021 by Redona

Roma è molto di più dei “soliti” itinerari turistici che coinvolgono milioni di turisti ogni anno. La capitale è caratterizzata da una marea di luoghi nascosti, o almeno poco reclamizzati, ma che sono ugualmente caratterizzati da un fascino senza tempo e da una rilevanza storica eccezionale.

In questo articolo parliamo delle Terme di Caracalla, una delle opere ingegneristiche più importanti e mastodontiche dell’Impero Romano e che vanta anche una parte sotterranea davvero eccezionale. L’Impero Romano è stato un grandissimo esempio di innovazione tecnologica, probabilmente alla pari di quella a cui stiamo assistendo nella nostra epoca, con internet e tutto ciò che ne è dipeso (provate a pensare agli ambiti lavorativi, domestici e ludici, con l’arrivo ad esempio dei casino online con bonus a punti). Di recente è stata resa ancora più ricca e interessante dall’installazione di nuovi contenuti multimediali che trascinano i visitatori in quelle che erano le attività che vi si svolgevano. Ma andiamo con ordine.

Storia delle Terme di Caracalla

Furono costruite del 216 d.c. dall’Imperatore Caracalla e sono situate alle pendici del piccolo Aventino. L’imperatore ordinò la costruzione di quest’imponente opera pubblica per dare sollievo psicofisico (ricordiamo che furono installate anche due biblioteche oltre a terme e palestre) a tutti i cittadini romani, compresi i plebei che popolavano quella zona di Roma.

Fu nel 527 d.c., quando Vitige, re dei Goti, isolò di fatto la città di Roma dall’approvvigionamento di acqua, che cominciò un lungo periodo buio delle Terme di Caracalla. Nel Medio Evo, di fatto, furono utilizzate come cave per estrarre materiale utile alla costruzione di chiese, mentre i Farnese – in seguito – si impadronirono di alcune sculture e vasche che oggi sono custodite dal MAN di Napoli o situate in Piazza Farnese.

Sono composte da tre vasche principali (frigidarium, tepidarium e calidarium) e da una scoperta (natatio) e l’acqua arrivava tramite l’Acquedotto Antoniano situato sulla via Latina, con approvvigionamento diretto per le terme. Per il corretto e completo funzionamento delle terme, però, di fondamentale importanza erano i sotterranei delle terme, dove lavoravano migliaia di schiavi con le funzioni principali di garantire il corretto flusso dell’acqua e, soprattutto, le differenti temperature.

I sotterranei delle Terme di Caracalla

Da qualche mese (più di preciso dal giugno 2019), i sotterranei delle Terme sono stati aperti al pubblico. Per il momento si possono visitare quelli situati sotto la vasca chiamata Calidarium (una parte dei 2 km totali), probabilmente la parte più “importante” e attiva. Il motivo è semplice: il calidarium era la vasca dove l’acqua doveva arrivare alle temperature più alte ed è per questo motivo che in questo tratto sono presenti più forni rispetto ad altri.

Il cammino che veniva effettuato dagli schiavi può essere ora ripercorso dai visitatori, che si troveranno quindi negli stessi punti in cui, tramite degli appositi carri, venivano trasportate tonnellate di legna che veniva poi bruciata nei forni: il perfetto sistema di architettura garantiva così il controllo della temperatura di ciascuna vasca.

Ci sono alcuni numeri che ben descrivono l’importanza delle Terme di Caracalla: ogni giorno venivano bruciate 10 tonnellate di legna, immagazzinate in locali mastodontici che potevano arrivare a contenerne 2000 tonnellate, 50 forni sotterranei (abbiamo già visto che la maggior parte di questi era situata sotto il calidarium), 9.000 visitatori al giorni, 18 cisterne d’acqua che contenevano l’approvvigionamento dal già citato acquedotto Antoniano. Insomma, un’opera pubblica semplicemente maestosa.

La visita alle Terme di Caracalla

Oggi la visita alle Terme di Caracalla e ai suoi sotterranei è una tappa obbligata durante il soggiorno a Roma. Il percorso nei sotterranei immerge in un’atmosfera unica grazie non solo alle magistrali musiche composte da Michael Nyman, ma anche delle installazioni video curate da Fabrizio Plessi e dai numerosi reperti archeologici esposti, alcuni di grandissimo valore estetico e storico come i tantissimi capitelli esposti lungo il percorso.

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